Scale

Succede che gli incontri vengano rimandati, non a causa di ritardi o di errori, ma solo per una questione di piani. Pensate a un grande condominio, fatto di scale e di rampe, senza una pianta ben specifica, senza una logica per cui una strada sia preferibile all’altra. Alcuni dei suoi abitanti scelgono una via, alcuni un’altra, e non la abbandonano, altri ancora la variano in continuazione perché sono alla perenne ricerca di quale sia per loro la migliore.

Non è detto che gli inquilini vengano mossi dalla necessità di impiegare il minor tempo possibile. Forse fanno quella strada perché vogliono o sperano di trovare una determinata persona, o per evitare qualcuno o perché hanno sempre scelto quel percorso e non vedono il motivo per cui compiere variazioni.

In questo condominio le anime si rincorrono. È possibile che alcuni non si incontrino mai, o che altri si inseguano a lungo, prima di scontrarsi con conseguenze per entrambi: qualche contusione, ossa rotte, o forse un bel salvataggio.

Trovare la strada giusta e il giusto urto può richiedere tempo e lo zampino di quello che qualcuno chiama destino. E dopo molte scale, alla fine, si arriva sempre a una destinazione, anche se magari non è quella progettata.

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Denigrare

Non so se vi è mai capitato, ma ci sono persone che godono nel denigrare le idee degli altri. Qualsiasi opinione, idea, espressione o convinzione che venga espressa viene subito perfezionata o, ancora meglio, abbattuta. Non importa dove risieda il giusto, o se si tratta semplicemente di un gusto personale, per quei soggetti sei sempre, senza nessuna possibilità di appello, nel torto.

L’aspetto più curioso, in realtà, è la violenza e il disprezzo con cui condiscono la loro personale crociata contro una tua presa di posizioni. Non si limitano a voler discutere di un punto, ma inalberano un’espressione di obbrobrio, come se si trovassero davanti a un corpo marcescente in avanzato stato di putrefazione, con tanto di vermi brulicanti sulla superficie. Devo ancora comprendere del tutto il motivo di un tale accanimento: sono certa che anche loro starebbero meglio lasciando maggior spazio alle idee altrui.

Penso, invece, che sia proprio questa la radice del problema: lasciar spazio. Se non si accettano idee diverse, se si è convinti che il resto del mondo sia inferiore alla propria mente, ci si sente investiti di un qualche potere superiore e si è portati a voler imporre la propria visione, senza prendere in considerazione la possibilità di un confronto alla pari.

Quando mi scontro con questi tiranni della mente, l’arma che preferisco utilizzare è il silenzio, probabilmente a torto. Ottengo di aumentare la percentuale di bile nel sangue, ma almeno evito qualsiasi guerra o un inasprimento dei toni, che porterebbero alla mia parte più antipatica di spuntare fuori. Quando succede, me ne pento quasi sempre: maledetti sensi di colpa.

E a pensarci bene, quelli che dovrebbero provare vergogna sono proprio i campioni mondiali della denigrazione.