Non senti il vento?
Sta sussurrando e racconta di terre lontane, sconosciute. Di gente che parla lingue mai sentite. Di vaste distese sabbiose, brulle, aride, in cui l’acqua riemerge come un miraggio, uno zaffiro contornato fra smeraldi, in un mare di desolazione. Senti il calore insopportabile del sole che splende in un cerchio perfetto e impietoso, guarda quella carovana di uomini vestiti di blu. Quasi riesci a percepire la sabbia cedevole sotto i piedi.
A, volte, invece, avvolge il mondo con le dita gelate del nord. Il respiro si fa tagliente e sottile, suoni gutturali degli abitanti dei ghiacci ti fanno sognare i giochi di luce di un’aurora boreale. Vorresti scivolare su lastre umide che una volta erano mare.
Poi percepisci un sentore di sale, l’odore salmastro di un mare lontano. Frammenti di onde trasportate sulla tua pelle. Puoi quasi sentire il rumore di una vela tesa, lo scricchiolio delle gomene.
E il fruscio di un’immensa foresta ti avvolge con il suo mistero. Occhi invisibili ti osservano da lontano, silenziosi. I loro sguardi ti avvolgono, si imprimono sulla tua carne. E vorresti perderti in questo verde labirinto fatto di sussurri e radici, di nodosi arbusti e di rami flessibili.
Mondi nascosti, arcani.
Senti nascere il desiderio di andare, di inseguire quelle storie, di vedere a chi appartenga quella risata rubata da vento.
Senti? Il vento ha risvegliato la tua anima nomade.