Se dovessi identificarmi in un animale sceglierei il coniglio. Non sono mai stata un cuor di leone né una persona che si sapesse imporre. Avrei voluto essere uno di quei caratteri capaci di influenzare gli altri, di emergere dall’indeterminazione, ma non mi è riuscito molto bene. Non che sia facilmente influenzabile. Se anche non amo emergere, il carattere c’è e non si piega facilmente alle influenze esterne. Le idee cambiano, come cambia la vita, ma, dubbi a parte, sono sempre andata per la mia strada. Esattamente come un coniglio: gambe forti e poderose, ma un aspetto del tutto innocuo.
Alcuni hanno sfruttato questa mia caratteristica. Non grido, certo, ma, se serve, so mordere. Senza rumore, senza inutili strepitii. Eppure chi di strepitii ne fa, come il pavone, va spesso più lontano di chi cerca di dare il meglio anche senza troppo rumoreggiare.
Negli ultimi giorni, però, alcune delle poche persone di cui mi fido ciecamente mi hanno definita coraggiosa. Una di queste è rimasta stupita perché, effettivamente, ho fatto qualche sciocchezza che nessuno si sarebbe aspettato. Nulla di particolarmente pericoloso, ma i surreni hanno prodotto più adrenalina in pochi giorni di quanto abbiano fatto in tutta la loro vita, probabilmente. L’altra ha fatto il commento perché è venuta a sapere di un progettino, che porterà a un inevitabile cambiamento, qualora vada in porto, ovvio.
Coraggio non è una parola che mi appartenga. Forse sono solo un po’ matta e molto stanca. Magari questa scarica di adrenalina porterà a qualcosa di buono.
E allora: Bon courage!