Occhi

Sulle spalle di una farfalla ho visto gli occhi di una fata. Erano là che mi guardavano, che mi scrutavano curiosi, pronti a balzare via se mi fossi avvicinato troppo.

Sulle ali di una farfalla ho depositato i miei sogni. Sono solo polveri sottili e multicolori che illuminano per un attimo il cielo oscuro della notte.

Sulle ali di una farfalla voglio scappare, assieme a quella fata curiosa, per vedere il mondo con i suoi occhi, per conoscere il cielo e le nuvole, per volare più in alto dei sogni e più lontano della paura.

Le ali di farfalla riescono a portare carici pesanti come macigni e lascairli precipitare per dimenticarsene.

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Equilibrio

Anche una farfalla muove il ramo su cui si posa. Vanessa guardava le piccole fate alate che volteggiavano scherzose nel giardino, e si sentiva ancora più pesante.

Aveva cercato l’equilibrio, aveva tentato di trovare il suo ramo sul quale trovare riparo, ma si era posata sempre su terreni argillosi, che franavano al minimo tocco. Non era riuscita a posarsi senza distruggere il sostegno.

Ora guardava quella farfalla, che si molleggiava pigramente sul ramo mosso dall’alito delle ali, e sognò anche lei di avere quella capacità, di ammantarsi di colori sgargianti, di arancio e oro, per poi litigare con il vento e deridere la terra, amare il polline e fare l’occhiolino al sole.

La farfalla si allontanò. Il ramo tornò al suo posto. Tutto era tornato come prima.

Falena

Sono nata dalla terra ma sono destinata al cielo. Sulle mie ali porto i colori dell’estate, colori che sono stati cancellati dall’inverno.

Ricordo al mondo che esistono le tinte piene, carnose, sfacciate. Rammento a tutte le creature che il freddo se ne sta andando.

Muovo le ali frenetica, mentre vengo investita anche dalla minima corrente. Disegno quadri leggeri nell’aria,sfinita mi poso, poi riprendo la mia danza solitaria.

Talvolta incontro un altro sogno con le ali, e insieme facciamo piroette di felicità.

Cerco verdi campi punteggiati da fiori. Ma qui gli alberi sono strani. Alti più di una quercia, si estendono infiniti. Non hanno fronde né rami. Non sento la linfa scorrere all’interno.

La terra rigogliosa è grigia, dura, non ha il buon profumo dell’erba. È solcata da strani esseri luccicanti che saettano rumorosamente.

L’aria è pesante, velenosa.

Sento i miei colori soffrire, attenuarsi. In questa selva malsana non sono ben voluti. Richiamano alla mente luoghi e tempi lontani.

Lo scintillio viene smorzato, le mie ali sono grigie come i fiumi solidi su cui cerco riposo, nere come pece.

Cerco il sole, la luce, il calore. Un ricordo dell’antico splendore.