Occhi

Sulle spalle di una farfalla ho visto gli occhi di una fata. Erano là che mi guardavano, che mi scrutavano curiosi, pronti a balzare via se mi fossi avvicinato troppo.

Sulle ali di una farfalla ho depositato i miei sogni. Sono solo polveri sottili e multicolori che illuminano per un attimo il cielo oscuro della notte.

Sulle ali di una farfalla voglio scappare, assieme a quella fata curiosa, per vedere il mondo con i suoi occhi, per conoscere il cielo e le nuvole, per volare più in alto dei sogni e più lontano della paura.

Le ali di farfalla riescono a portare carici pesanti come macigni e lascairli precipitare per dimenticarsene.

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Passeggeri – Pt. 9 L’attesa

Nelle carrozze, nelle stazioni, uno dei passeggeri più comuni è l’attesa. Si tratta di una condizione che accomuna tutti. Si attende alla banchina che arrivi il treno, si attende al proprio posto di arrivare a destinazione. Si attende e si spera che l’attesa non si prolunghi troppo perché da qualche parte c’è qualcuno che aspetta, c’è qualche cosa da fare, una promessa da mantenere.

Sembra che le regole del tempo non valgano una volta partito il treno. Il paesaggio scorre, anche nell’oscurità, schizza via estraneo e ostile, mentre con la mente il passeggero cerca di ricostruire una visione che lo accompagna tutti i giorni. Eppure là fuori sembra tutto così nuovo e così vecchio allo stesso tempo: lo stesso ponte, ma con delle crepe che non erano mai state notate, lo stesso campo, ma con un grano più cresciuto dall’ultima volta che è stato osservato.

Si guarda il mondo scorrere fuori, mentre si è fissi su un sedile, immobili a subire una corsa cui non si può partecipare, in attesa di poter scendere e di imprimere il proprio movimento al mondo circostante. Intanto, però, si attende che qualcosa cambi.