Segreti

Il silenzio permeava la radura, figure immobili si confondevano con le rocce, gli alberi, la vegetazione che le avvolgeva. Si diceva che quello fosse un posto di stregonerie e magia della peggior specie. Non che le voci avessero tutti i torti, ma, come spesso accade, possono imboccare strada vicine alla verità, senza mai raggiungere quest’ultima.

Che quelle figure potessero essere considerate delle streghe probabilmente rispondeva al vero. Erano donne che credevano in un potere sovrannaturale, e che chiedevano a uno spirito silvestre vendetta per i torti subiti, aiuto per i sogni che stavano svanendo, preghiere di giovane che aveva un futuro incerto e di vecchie, che soffrivano un passato fin troppo certo.

Che quelle donne facessero sortilegi o lanciassero terribili malefici, però, era una costruzione di chi non tollera che ci siano persone pronte a ribellarsi alla vita riservata loro. Ciò che non si comprende, viene demonizzato: quelle donne divennero serve del diavolo stesso e, come tali, nemiche da temere e da eliminare, con il fuoco, con le forza e la violenza.

Ma le fiamme che distruggono la radura e che lambiscono in un abbraccio infernale le vittime sono ancora lontano da quell’angolo quieto di bosco. Ci sono solo loro, che guardano la luna in cielo e bevono in silenzio i raggi gelidi e puri di un corpo celeste capace di risplendere anche senza ardere.

Foresta

Era andato nel mezzo di una foresta, dove la luce giocava con le fronde, il vento cantava tra i rami e la terra gorgogliava sommessamente. Cercava il silenzio, ma tutto attorno risuonava l’urlo discreto della vita. Era il silenzio migliore che potesse ottenere: non il vuoto che incute paura, ma il pieno pronto a offrire consolazione.

Se ne stava seduto per terra, con gli occhi chiusi e le orecchie spalancate, un leggero senso di smarrimento riempiva la testa. Percepiva il bruco che lavorava vicino alla formica, e le radici che creavano palazzi scheletrici nel sottosuolo. Captava il respiro di animali che lo fuggivano e allo stesso tempo ne erano attratti. Passi lontani, sibili vicini si alternavano a richiami volatili, confusi nel racconto che gli alberi si scambiavano.

Tutto aveva un senso, dall’insetto sconosciuto che si nascondeva nel suolo, ai lupi che cercavano una preda. Nulla era superfluo, nulla era scontato, ma ogni elemento aveva un posto e una funzione.

Tutto, tranne quello strano monaco seduto in silenzio. Se ne stava lì e cercava di capire quale fosse il suo posto in quella immensa ruota di vita.