Arianna

Perché non lo vedo più? Quel filo dorato che percorre la mia vita? Che risplende debolmente nell’oscurità e segna la via anche nei luoghi più tenebrosi?

Una volta scelsi di donarlo a quel giovane straniero. Un semplice ragazzo venuto da lontano, dagli occhi profondi, colmi di intelligenza e di furbizia. Fui io a salvarlo, fu la mia traccia dorata a guidarlo fuori dal labirinto. Io gli diedi quella matassa d’oro, me ne privai.

E me ne pento. Adesso la rabbia mi offusca la vista.

Eppure ora più che mai avrei bisogno del mio prezioso filo. Mi sono persa nel mio labirinto, più intricato di quello di Dedalo e nessuno viene in mio soccorso. Vorrei tornare a casa, ma non so quale sia la strada. Non vedo una luce che possa guidarmi. Non so da che parte volgermi. Mura vertigionose mi stringono da ogni parte. Mi trovo continuamente in qualche vicolo cieco. Le mie dita non stringono più niente.

Sono sola. Mi sente abbandonata. Scelsi di seguire gli occhi color del mare, ma ne fui ingannata.

Qui non c’è nessuno. Sono in un’isola deserta. Nessuno che senta le mie preghiere. Vedo solo una nave perdersi nell’orizzonte. Dietro di sé la scia del tradimento.

Ecco qual è la mia ricompensa: tradimento.

Se solo qualcuno per una volta mi aiutasse.

Possibile? Sarà la mia immaginazione, ma sento dei passi portati dal vento. Vedo una figura avvicinarsi. Porta con sé l’odore di mosto.

Che sia un miraggio?

In mano stringe qualcosa di luminoso. E me lo porge. È lui, è il mio filo.

Ora non ho più paura. So che strada percorrere.

Eccomi ora, mentre seguo questo nuovo straniero. Magari questa volta andrà meglio.

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