Pregano le foglie

Ho sentito le foglie invocare la pioggia, la chiamavano, la volevano. Era un sussurro appena percepibile, appena ascoltabile. Pregano le foglie.

Chiamano a gran voce la piaggia, ne riproducono il rumore e il gorgoglio, vogliono sentire sulla loro superficie il liquido tocco di una goccia, ne vogliono sentire il fruscio quando scivola per perdersi nel nulla. Pregano le foglie verso il cielo, verso le nubi che veloci si allontanano per portare refrigerio a qualche altro angolo di mondo.

Pregano le foglie che la polvere venga spazzata via, chentorni alla sua terra per non lasciare alcun filtro fra sè e il sole. Pregano una tregua da quella sfera che ruota silenziosa nel cielo e che brucia le vene colme di linfa. Le foglie pregano, e pregando cantano.

Soave è il canto che ho sentito. Non portava guerra, non portava lacrime, solo una richiesta, tenue e innocente. Era il canto legittimo di un’anima che prega.