Pietro non aveva alcuna ringhiera da preparare, si intende. Solo non voleva passare la sera con Antonio e con l’alcol: la birra fa parlare, e lui non voleva parlare, soprattutto della storia di sua moglie, che sembrava interessare tutti. Se avesse saputo questa tendenza a curiosare, probabilmente non si sarebbe unito alla squadra. Più che Vecchi Compari, gli sembrava di far parte dei Vecchi Mariti Scontenti e Curiosi. Solo Silvano sembrava aver trovato un passatempo che lo rendeva soddisfatto.
In realtà, le cose non stavano esattamente come pensava Pietro. Silvano si stava avvicinando al posto che Luigino occupava nel cuore di Anna, ma era anni luce lontano dal letto della stessa, a causa della presenza costante di Luca. Questo non sembrava aver intuito le intenzioni di Silvano, ma dalla storia di Luigino doveva aver imparato a non lasciare la moglie sola con un uomo. E con sei allenamenti alla settimana, era difficile trovare un momento di libertà. Per Luigino era stato più facile, visto che Luca non era ancora in pensione quando aveva cominciato la sua avventura.
Squillò il cellulare di Luca: la suoneria era un pigolio a quattro tempi, piuttosto brutta a sentirsi.
“Disastro. È la fine! Non lo avevo previsto, eppure è successo! Ma le probabilità non era alte, affatto”.
Ovviamente era Luca. Silvano si sentì mancare la terra da sotto i piedi: che il matematico avesse capito i piani nei confronti di Anna?
“Calmati, Luca. È successo qualcosa con Anna?” Si rese subito conto della sua stupidità. Perché chiedere di Anna?
“Anna? No, no, si sta riprendendo alla grande dalla piccola depressione che stava attraversando. No, è Antonio!”
Strano che l’imprevisto fosse Antonio: di solito era Antonio a essere flagellato da imprevisti e disgrazie. Silvano si ricordava ancora la delusione di Luigino per la chiusura di I giochi di Dioniso.
“Cosa ha combinato Antonio?”
“Si è slogato una caviglia mentre lavorava in archivio. Mi spieghi come può allenarsi con la caviglia slogata? E ho iscritto la squadra nelle competizioni a quattro. Saremo squalificati!” Seguirono fiumi di lacrime, intramezzati dalla lontana voce di Silvano che cercava di tranquillizzarlo.
“Luca, una caviglia slogata fa presto a guarire, e la gara è tra un mese”.
“Meno di un mese”.
“Tempo comunque sufficiente per una slogatura. Antonio è un professionista, si allenerà anche con la caviglia fasciata, basta che usi l’altra gamba”.
Di certo non ci voleva. Luca sarebbe stato ancora più ansioso, per cui Silvano avrebbe avuto meno tempo per escogitare il suo piani di conquista. E gli dispiaceva anche per Antonio: sembrava essere una calamita per i guai, e ultimamente era di umore ancora più tetro del solito. Almeno Pietro portava un po’ di allegria.
Ma Pietro non era in realtà allegro. Sapeva che, da immobilizzato, Antonio avrebbe dato sfogo alla sua curiosità, prodigandosi con nuove domande su Clara. Anche ora che era bruciata in inferno, quella fedifraga gli metteva i bastoni fra le ruote.