Stelle assenti

“C’è una stella sopra di noi”.

Era la frase che veniva detta con fin troppa frequenza dalla coinquilina. Anna riteneva che la stella fosse più che altro una sfacciata fortuna.

E se ci fosse davvero questa stella dagli influssi benefici, dove si era nascosta la sua? Molto probabilmente era stata sostituita con un meteorite portatore di sventure, ne era certa. Soprattutto negli ultimi tempi Anna si era trasformata in un terremoto ambulante: aveva rotto bicchieri, scheggiato la cucina, si era tagliata e bruciata cucinando, senza contare i mal di schiena e lo scivolone del giorno prima.

Di stelle non ce ne era neppure uno scintillio. E quando la coinquilina le raccontava le sue fortune, Anna si intristiva e si chiedeva come fosse possibile che a qualcuno andassero sempre tutte per il verso giusto.

“C’è una stella sopra di noi”, ma quella volta la luce che vide la coinquilina non era né luce divina né luce celeste. Era talmente terrestre, da lasciare tutti senza fiato.

La luce che vide era quella di una lama. E Anna teneva saldamente il manico mentre metteva a tacere quella storie di stelle. Per sempre. Ora il meteorite si sarebbe schiantato per bene.

Anna venne denunciata e scontò la pena per tentato omicidio.

Tentato. Perché la coinquilina sopravvisse per poter dire a tutti coloro che le capitavano a tiro “C’è proprio una stella in cielo!”.

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Follia

Quando aprii gli occhi non vidi nulla. Il sole non splende più per me. Quando parlai, non pronunciai parola: l’aria non vuole più accogliere la mia voce. Vedo il mare tinto di sangue, sento il pianto di mio padre e le risate di questi marinai.

“Sorella, torna con me”.

È mio fratello che mi parla. Lui mi parlerà sempre, con una bocca che sa di sale, guardandomi con occhi persi nelle profondità marine. Non posso tornare. Il tradimento verrebbe punito.

“Sorella, ricordati chi sono”.

Certo. Sei il fratello che ha inseguito lo straniero per riprendere un semplice vello e una sorella traditrice. Non tornerò, e neppure tu.

“Sorella, non farmi del male”.

Io no, non potrei mai. Questi marinai, invece, possono. E seguirono le mie indicazioni, cosicché nostro padre si fermasse a raccoglierti, pezzo per pezzo. Non tornerò a casa, ho scelto di seguire una lingua che non conosco, un uomo che guarda l’orizzonte con forse troppa avidità.

Medea ha scelto, ma il sole sussurra storie nefaste.