“C’è molto dolore in questi luoghi, poeta. Un dolore antico, che riecheggia come se Eco fosse stata intrappolata in queste mura. Ma Eco è una ninfa, ed è tornata a far parte della natura, non come noi, condannati a non sentire mai più il calore del sole. Sole, padre mio, non mi hai impedito di soffrire terribili sventure in vita”.
“Medea, riconoscerei la tua voce da fattucchiera tra mille donne. Molti direbbero che sei stata tu stessa artefice della tua rovina”.
“La gente parla, ma la gente non sempre sa. Giudicano usando loro stessi come unità di misura, ma rispetto alla mia, loro non sono che piccoli e insignificanti nani”.
“Le tue mani sono sporche di sangue. Sangue di fratello, sangue dei figli. Hai sparso la morte con i tuoi veleni e con le tue azioni”.
“Gli infidi veleni sono per i nemici che non meritano la mia presenza. Ma le mie creature, e anche quel giovane che ha cercato di fermarmi, loro hanno meritato che le mie mani si stringessero sulle loro membra. Ho voluto assistere a ogni singolo respiro, fino all’ultimo momento, in cui gli occhi luccicano più del sole. I sacrifici sono necessari. Lo chiedono gli dei, lo chiede l’amore. La colpa risiede in quell’infido uomo che mi promise amore, ma mi diede solo una vita in esilio, negletta e sempre straniera, in una terra che non ha mai voluto riconoscermi”.
“L’errore causa grandi dolori. Ma può questo rancore giustificare il sangue sparso? Può essere abbastanza per calare il coltello sul collo dei figli?”
“Non ci sono innocenti in questi campi, Omero. Ne hai forse trovato qualcuno?”
“Eppure, tra tutti, ti hanno chiamato assassina”.
“E sono qui, tra gli amati dagli dei”
“Imperscrutabili sono i piani degli dei”