L’incontro con Elisabeth, o meglio con Angela, mi aveva riempito la testa di pensieri. Il passato non lascia andare nessuno, avvolge le sue spire anche su una nave lontano da tutto. Come se si fossero dati appuntamento, il fratello del commissario e la sorella di Mary si erano ritrovati su questo assurdo palazzo galleggiante, facendomi rimpiangere le classi più umili. Per amore della comodità, un mio punto debole, mi ero dimenticato che l’anonimato, e l’assassino, viaggiano sempre in seconda classe.
Ma, come vi ho già detto, io non credo al destino, e quindi cercai di capire qualcosa di questa intricata coincidenza. Convolsi Annette, come coinvolsi Mary, quando cercai di comprendere il labirinto dell’anima del commissario McMiller. E come avrebbe potuto sfuggire Annette dalla duplice morsa mia e di Paul? Una semplice sguattera, per quanto brillante, è destinata a rimanere schiacciata dagli intrighi di due fuorilegge. Ebbene sì, anche il caro Paul alla fine era un mio scaltro collega.
Voglio Paul.
E perché mai voleva Paul? Che rapporto c’era fra loro due? Avevo una strana sensazione, come se una trappola per volpi si stesse chiudendo ancora una volta su di me. La volpe, però, sa come scappare, sempre.
“Che cosa succede Uly? Qualcosa non va? Sembri distratto”. Annette mi guardava mettendo il broncio. Sembrava una bambina cui avessero negato un dolciume.
“Non ti preoccupare Annette, sono solo sovrappensiero per duchessa di Greville. A quanto pare non sa a chi lasciare le sue sostanze, e temo si sia lasciata irretire da quel Paul, il macellatore”.
Annette rise: “la tua amante non mi sembra una sprovveduta, e Paul è uomo onesto, almeno nelle mance. Comunque ho parlato con la tua duchessa”, lo disse mettendo un certo enfasi e accennando a un inchino. “Mentre stavo ritirando la biancheria sporca mi ha raccontato di suo figlio spendaccione e del nipote in America, che le sembra troppo contento di ospitarla. Si è paragonata a un cadavere in putrefazione, conteso da un nugolo di mosche. Abbastanza macabro. Mi ha rovinato tutta la giornata. Per fortuna tu mi hai distratto”.
“E quindi ora sarei un semplice sollazzo per una cameriera?”
Annette si alzò con uno sbuffo, ma veloce la presi per la vita ributtandola a letto. “E dimmi, sai anche che rapporto abbia con Paul?”.
“Perché sei così interessato a Paul? Geloso? Beh, dovresti. Quelle mance di solito aprono la strada ad altro”.
“Non mi sembra che io abbia avuto bisogno di mance particolari. Comunque non mi fido di quel McMiller”.
Annette mi baciò sul collo e mi sussurrò in un orecchio: “La contessa è socia in affari di Paul. E sembra voglia far entrare anche una sua conoscenza, una certa Carrier”.
Guardai Annette e mi decisi: “Vuoi liberarti di questo lavoro Annette? Allora aiutami”.