Condominio n.132 – Pt. 20 FINE

Nell’aria, e sulla testa del povero, e alla fin fine innocente, messo Nonso, si stava per scatenare la difesa estrema, ideata dal signor Ingegnere in persona, con la collaborazione del piccolo, ignaro Baby Disappeared. Ingegnere aveva realizzato con le sue mani una sorta di catapulta che permettesse di scagliare i prodotti del pargolo dritti dritti sulla testa e sul tettuccio della macchiana del messo. Grazie all’intervento di Nox aveva avuto tutto il tempo necessario per calibrare e caricare la catapulta. E ora era il momento.

Nonso si ritrovò in uno stato pietoso, e l’unica cosa che riuscì a dire fu: “Ma…ma…io non so… non so… non so”.

Dopodiché rientrò in auto, ancora sotto evidente trauma. Ma non era così traumatizzato da dimenticarsi della consegna: recapitare la lettera, non portarla indietro per nulla al mondo, questa era la sua missione. Gettò quindi la busta verso l’entrata e si ritirò.

Di Nonso si seppe solo che al comune consegnò un’altra lettera, quelle della richiesta di trasferimento in un altro comune. Non si fece più vedere a Parasenia, ma probabilmente a lui si devono le storie che rappresentano questa città come fulcro della follia. Non aveva tutti torti: era una vittima ignara della noia di due vecchi e della paura di cambiare.

Il contenuto della lettera portata dal messo venne decatanto dalla signora Curiosità, sovrastando il litigio che era nato su chi dovesse pulire i residui sul campo.

“Ma non è una lettera di sfratto” disse la signora De Pauris. Il marito era intanto del tutto inconsapevole degli avvenimenti, trovandosi in bagno.

“Non sembra” sbuffò Curiosità “Gentili condomini, con la presente bla bla bla, vi informiamo che visto il piano regolatore e i progetti di informatizzazione avviati dal comune in data bla bla bla, verranno effetuati dei lavori sulla linea telefonica del condomio. Pertanto alcuni operai accederanno ai locali del condominio. Bla bla, saluti, bla”.

“Ah beh, si può sempre sbagliare” sogghignò il signor Notaio.

“Ehi, il posto macchina vicino alla porta è mio” urlò il signor Rumori.

Il signor Sotutto sorrise e rispose: “Mai detta una cosa del genere”.

Sotutto e Notaio con aria soddisfatta, gli altri con un mezzo sorriso confuso, se ne tornarono ai loro appartamenti di sempre. A pulire si pensò una pioggia fitta che in quel momento iniziò a cadere, quasi a voler portare via tutta quella stramba, inutile avventura.

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Condominio n.132 – Pt 19

Le strade di Parasenia disegnano un labirinto intricato, in cui, però, sono stati cancellati i vicoli ciechi. Tutti, tranne uno, quello che portava al vecchio, basso, inefficiente Condominio n.132. Per questo la vedetta, cioè la signora De Pauris, riuscì a identificare immediatamente la macchina del comune, che era di un riconoscibile azzurro pallido, e diede prontamente l’allarme. Fu la signora Curiosità che, affacciandosi dalla porta, voltando il capo adorno di rossi ricci verso la tromba delle scale e facendo risuonare la sua poderosa voce da cantante lirica, a mettere sull’attenti l’intero condominio e innescare una reazione a catena.

Con sorprendente agilità, il signor Notaio sgambettò per strada, raggiunse il passaggio pedonale e, intravvista la macchina del comune, mise sul campo tutti i suoi anni. Strascicò il passo, curvò la schiena, lanciò un’occhiata di puro e sincero odio al malcapitato messo Nonso, che con pazienza aspettò quei dieci minuti buoni prima che l’anziano signore, “vecchiaccio” nella mente di Nonso, raggiungesse incolume l’altro lato della strada.

Intanto il signor Sotutto posizionò la sua macchina, “rottame ambulante arrugginito” l’avrebbe definito Nonso, proprio davanti al cancello, impedendo al messo sia l’accesso sia di raggiungere un campanello. A raggiungere Nonso furono invece i palloni dei ragazzi Riccio, che stavano casualmente giocando a calcio sul terrazzo dell’ultimo piano.

L’inquilino di quest’ultimo, il signor Rumori, stava intanto aiutando Mr e Miss Disappeared a portare i prodotti del loro pargolo alla finestra che dava sul giardino interno.

Nonso era riuscito finalmente a sopravvivere alle pallonate, a convincere un improvvisamente sordo e inesperto Sotutto a spostare la macchina e a guadagnare il cortile interno. Ma non scese subito dalla macchina. Sentiva, infatti, un rumore strano, secco e prolungato. Pensò a un guasto della macchina, ma quando spense il motore il rumore continuò. Scoprí, allora, che si trattava di un cane scuro come l’anima del diavolo che, guardandolo, ringhiava e sbavava, come se stesse già pregustando il suo spuntino.

“Ma abbaia!” Urlò Nonso. “Certo, non è mica un paguro” fece notare Calzoncini.

Nox non aveva la minima intenzione di morsicare nessuno, ma, si sa, i cani sono dei grandi attori. Quando Calzoncini lo richiamò, se ne andò scodinzolando. Odiava gli odori troppo forti.

E li avrebbe odiati anche il malcapitato Nonso.

Condominio n.132 – Pt 18

In poco tempo tutto il condomonio era stato mobilitato, ricattato, costretto ad aderire all’impresa disegnata da Notaio e Sotutto. Dal Calzoncini alla signora Curiosità, nessuno era stato lasciato da parte, tranne ovviamente l’appartamento vuoto al primo piano, utile in caso di occultamento di messo comunale.

Ma se il condominio, per quanto datato, dava prova di un impressionante e infallibile coordinamento, il comune reagì molto lentamente. Dopo le proteste del messo, ci misero qualche mese a realizzare che l’avviso non era stato consegnato ai condomini e altre lunghe settimane per organizzare l’invio di un nuovo messo. La scelta della vittima da inviare a quel condominio fu ostacolata dalle voci che giravano: storie di viecchietti con camicie di legno, belve assetate di sangue e bambini pestiferi.

Alla fine la decisione cadde sul nuovo arrivato, Nonso, che si ritrovò fra le mani una busta gialla, un indirizzo e l’ordine di non riportare indietro quella missiva.

L’ora dei conti era arrivata.

Condominio n.132 – Pt 17

La famiglia Disappeared era la dirimpettaia di Rumori e aveva il vizio di scomparire per lunghi mesi. Ignoto era il lavoro dei coniugi, noti i pianti del pargolo che non apprezzava milto le trasferte, tanto da urlare dal momento in cui oltrepassava la soglia di casa. Ma i pannolini, pensò Sotutto, sarebbero stati fondamentali armi del piano.

“Che piacere vedervi. Già di ritorno?”

In realtà a intervenire non fu Mr ma Miss Disappeared, l’unica a parlare non a monosillabi.

“Appena tornati. Il tempo fugge. Ci sono problemi?”

“No” disse il signor Rumori. “Certo” ribatté Sotutto. “Siete pronti a trasferirvi?”

Miss Disappeared lo guardò accigliata: “certo che no, con un bimbo piccolo” disse indicando il pargolo che guardava curioso quello strano quadretto.

“Allora ci servirà anche il suo aiuto. Non si preoccupi, nulla di tragico. E lei, signor Rumori, con la sua terrazza ci permetterà di raggiungere l’obiettivo. E si ricordi” aggiunse minaccioso “se non ci apre, le lascerò i proiettili del pargolo davanti casa”.

E tutto contento, girò i tacchi e intraprese la discesa urlando: “buona serata, messeri! L’avventura inizia!”.

Condominio n.132 – Pt 16

La situazione stava precipatando all’ultimo piano e poco mancava che qualcuno precipitasse dalle scale. Ma il signor Sotutto era consapevole che in caso di collutazione non ne sarebbe uscito vincitore, vista la stazza e l’età del nemico. Il signor Rumori sapeva, invece, che se avesse anche solo usato una parola fuori posto, sarebbe stato oggetto della gogna condominiale.

La colpa principale del signore Rumori era quella di essere discendente di donna Rumori, conosciuta per le sue relazioni extraconiugali consumate nel garage. Sì, il garage, non molto comodo. Ora, la veridicità di tale fatto non era provato, ma le voci girano più veloci e fanno altrettanto di una tromba d’aria. Perché questa fama fosse un problema riversato sul figlio, rimane un mistero. La signora Rumori sembrava non preoccuparsene più di tanto.

Altro problema, più oggettivo, era il comportamento. Una volta poggiato il progetto Ascensore di Cristalli, che avrebbe comportato l’espropriazione di parte della terrazza della signora Curiosità, il signor Rumori si era lasciato andare a scherzi nei confronti dei maggiori oppositori, signora Curiosità in testa. Tra le malefatte si potevano annoverare: zerbini rimossi e nascosti, furto di posta e successiva sua sostituzione con ingenti quantità di volantini pubblicitari, ritrovamenti di gomma da masticare usata su zerbino appena rinvenuto e riposizionato.

C’era una guerra fredda condominiale, quindi. Ma bisognava essere uniti contro il nemico. Il signor Sotutto intavolò, quindi, una grande trattativa.

“Ascensore” propose Rumori.

“No” tagliò corto Sotutto. “Posto macchina in giardino” rilanciò Sotutto.

Nessuno del Condominio n.132 poteva rinunciare all’offerta di un posto macchina riservato in giardino. I garage erano troppo piccoli per le macchinone della maggior parte degli inquilini.

“Quello vicino alla porta” pretese Rumori. Che poi era quello che si era riservato Sotutto.

“Giammai” protestò il vecchio. E se non fosse stato per Mr Disappeared qualcuno sarebbe precipitato.

Condominio n.132 – Pt 15

Il signor Ingegnere si diresse verso l’appartamento della Famiglia. Non aveva particolari rapporti con questi condomini, loro non lo disturbavano e lui non disturbava loro, regola base della convivenza civile. Per questo la signora Riccio rimase un po’ stupida nel trovarsi l’Ingegnere in attesa sullo zerbino. Con la scusa di dover tornare a lavoro, lo affidò al marito e con eleganza abbandonò la fortezza.

“I figli?” Si informò per educazione Ingegnere prima di passare all’attacco.

“Dai nonni. Sa, hanno un giardino, così abbiamo qualche possibilità di non cambiare di nuovo i mobili di casa” rispose il signor Riccio.

“A proposito. Ai ragazzi piace giocare a calcio?”

Il padre lo guardò con un po’ di apprensione. Già erano arrivate delle lamentele per l’esuberanza dei figli, ma non poteva certo chiudere a chiave dei bambini.

“Sì, come ogni ragazzino”.

“Perfetto, allora è fatta, siete nella truppa”.

Il signor Riccio non capì esattamente cosa fosse successo, ma sorrise e si congedò da signor Ingegnere.

Qualche gradino sopra, al signor Sotutto non stava andando così bene.

Condominio n.132 – Pt 14

“Signor Ingegnere, che piacere vederla. Ha piani di ristrutturazione per queste vecchie mura?” Esordì il signor Sotutto con un sorrisetto sulle labbra. Era stato il vecchietto, infatti, il maggior oppositore nei piani di gloria riformatrice di Ingegnere.

“Se avessimo fatto i lavori da me suggeriti” rispose Ingegnere “il comune non ci intimerebbe lo sfratto”.

“Dubito che lei voglia vivere in un mega condominio all’ultima moda, ma pieno di vicini. E se si trovasse accerchiato da persone come i suoi amici del piano di sopra?” Il signor Sotutto faceva riferimento proprio all’ultimo piano. Ingegnere era, infatti, il massimo esponente della lotta contro gli inquilini dell’attico. E ne aveva una qualche ragione. Si era ritrovato prima la casa appena ristrutturata colma d’acqua a causa di una perdita incontrallata proveninete dai suoi vicini, e poi era rimasto vittima di notti insonni dovute ai numerosi festini che si tenevano sempre all’ultimo piano.

“Non mi piace chiedere aiuto a…quelli” borbottò il signor Ingegnere.

“Nemmeno a me” fece notare Sotutto “ma dobbiamo. O il piano non funzionerebbe. E poi non ci sono più gli inquilini che le hanno demolito il sistema nervoso. Lei avvisi Famiglia e io salgo dagli scappati di casa”.

Rassegnato Ingegnere chiuse la porta e seguì le indicazioni di Sotutto.

Condominio n.132 – Pt 13

L’ultimo piano del condominio era occupato da un attico, definito “un buco” dalla signora De Pauris, di proprietà di “brutte persone” secondo il signor Notaio, arroccato in un punto del tutto inaccessibile per la signora Curiosità. Tutti avevano un’opinione in merito, tranne ovviamente Calzoncini che tendeva a non immischiarsi nei fatti altrui. Per ora nessuno dell’ultimo piano gli aveva ribadito le proprietà canine di Nox.

Fu mandato in avanscoperta il signor Sotutto, ufficialmente per sottrarlo alle sue malinconie, di fatto perché nessuno aveva voglia, forza e coraggio per affrontare le scale e gli inquilini dell’attico.

Di forza, voglia e coraggio difettava anche il signor Sotutto che decise di fermarsi dallo stimato signor Ingegnere, che si trovava a metà strada. Anche Ingegnere tendeva a non lasciarsi coinvolgere, dopo che gli era stato bocciato il piano di Ristrutturazione Massiccia e Totale del condominio, ma di fronte alla prospettiva di uno sfratto, si rassegnò a far entrare il signor Sotutto.

Condominio n.132 – Pt 12

I molteplici menti della signora Curiosità fremevano di indignazione ed eccitazione mentre esponeva il grandioso piano dei signori Notaio e Sotutto, mentre l’ossuta signora De Pauris sentiva emergere nelle vene la ribellione, subito messa a tacere dal pensiero del marito che, di certo, non avrebbe approvato tutta quella confusione.

“Di certo il comune tornerà a farci visita” spiegò Curiosità “e noi li attenderemo. Lei darà l’allarme non appena avvista la macchina del comune. A questo punto il signor Notaio scenderà per creare un divversivo attraversando la strada. Il signor Sotutto sbarrerà il passaggio con la sua macchina, mentre Calzoncini libererà Nox nel giardino. Sotutto ha intenzione di chiedere aiuto alla coppia del terzo piano: un pargolo funziona sempre. E dovremmo coinvolgere anche la famiglia: i ragazzini hanno potenzialità nel tiro dei palloni. Il problema rimane l’ultimo piano”.

Un brivido scosse i rotolini della signora Curiosità e le ossa della signora De Pauris. L’ultimo piano era sempre stato un gran problema.

Condominio n. 132 – Pt 11

La signora Curiosità era una matrona di un altro tempo. Pesante e massiccia, quando il marito era ancora in vita lo aveva convinto a trasferirsi dal terzo piano dello stesso condominio al primo, risparmiandosi in questo modo un bel po’ di rampe di scale.

La morte del signor Curiosità era avvenuta qualche decennio prima, e la sua foto campeggiava in un tavolino in entrata, in modo da poter guardare tutti i nuovi arrivati.

“Signora De Pauris” tuonò Curiosità con la sua voce da soprano. La differenza tra le due signore non poteva essere più evidente: la De Pauris, piccola e minuta, sembrava una bambina rispetto alla Giunone che troneggiava sulla porta.

“Ma entri. Stavo proprio preparando un tè con dei biscottini al burro che sono la fine del mondo” e si fece faticosamente da parte facendo risuonare le varie collane che portava adagiate sul vasto petto. La signora De Pauris si fece ancora più piccola e si insinuò tra la porta e la massa della sua vicina.

“Non voglio disturbarla, signora, ma solo parlarle di un problema”.

Una risata fragorosa fece scuotere le vesti rosse di Curiosità: “Sta forse parlando di quel problema?”

La De Pauris la guardò in po’ interdetta: “Quel problema?”.

“Ma sì, il messo cacciato dal signor Notaio e il piano del signor Sotutto. Lo sa, non mi muovo molto, ma non mi scappa mai nulla”.

E con una certa abilità, spinse una sedia verso l’ospite, agguantò una seconda tazza, si accomodò su un altro, scricchiolante scranno e, dopo essersi aggiustata la folta chioma rossa Tiziano, iniziò la sua spiegazione.