Quante volte ci hanno ripetuto di avere pazienza o ci siamo detti di portare pazienza? Non è possibile quantificarne il numero, semplicemente troppe. Bisogna avere pazienza con gli altri, con se stessi, con il mondo intero. Bisogna avere pazienza nell’attesa che una rosa sbocci, che un fiore si apra, che un pezzo di legno metta le radici. Sono i tempi della vita e della morte che richiedono pazienza.
E se di pazienza non ne rimane, si trova sempre qualche scorta in un angolo recondito, perché non si può fare altrimenti. Talvolta il respiro diventa pesante e il cuore batte troppo forte, come se volesse urlare al mondo che c’è un essere umano che vuole essere sentito e ascoltato. E con pazienza si attende che qualcuno si accorga di quel tamburo impazzito.
Il tamburo impazzito segna la marcia impaziente di un folle che non accetta di aspettare e che vorrebbe mettere il prima possibile le sue mani tremanti e la sua mente avida su qualche novità.