Negli ultimi tempi c’è qualcosa che manca, l’ingrediente che, come il sale, rende interessante qualsiasi cibo, ne esalta i sapori e i piaceri: il gioco.
Il gioco è una parte fondamentale della vita, troppo spesso relegato all’infanzia. Il divertimento viene spesso ammantato di un significato negativo, di superficialità, soprattutto in alcuni ambienti in cui la risata viene considerata alla stregua di un peccato. E sarebbe proprio in quegli ambiti che una bella risalta sarebbe benefica. Ma spesso gli appartenenti si limitano alla canzonatura disprezzante di chi non appartiene alla propria cerchia, senza capire di essere loro stessi delle grottesche.
Il gioco rende lieve la vita, il gioco illumina anche la giornata più scura perché riesce a colorare le nebbie del cuore. Certo, l’importante è non scivolare nella buffoneria e nel circo.
Negli ultimi mesi è mancata proprio questa componente. Il mondo circostante si è fatto più opaco, come quando all’orizzonte si vedono le nuvole addensarsi. Si è affievolita una scintilla, soffocata da troppe preoccupazioni e da un’attesa che si è protratta da troppo tempo. L’attesa di un cambiamento che si sta facendo strada e che potrebbe allontanare, o per lo meno cambiare, quelle nuvole che si affrettano ad avvicinarsi.







